PIEDE NEUROPATICO

La neuropatia periferica è la causa principale della maggior parte delle lesioni del piede diabetico sia nella sua componente motoria che porta all’atrofia dei piccoli muscoli e relativa comparsa di deformità strutturali sia nella sua componente sensitiva il cui risultato finale è il “piede insensibile”.
Podologo a Jesi (Ancona) e Cingoli (Macerata) Inizialmente i sintomi più comuni della neuropatia sensitiva sono parestesie come formicolii, bruciori, sensazione di punture di spilli o aghi, di intorpidimento fino a dolori lancinanti ed iperestesie che tipicamente presentano esacerbazioni durante la notte. Con l’evoluzione e il peggioramento della complicanza neuropatica il paziente si sente “meglio” e si va verso la perdita della sensibilità con una tipica distribuzione a calzino. È quindi evidente che l’assenza di sintomi da parte del paziente è segno di perdita parziale o totale delle sensibilità protettive che rende il piede vulnerabile anche a traumi banali. La polineuropatia distale motoria, inoltre, con la diminuzione degli stimoli motori e propriocettivi e la limitata mobilità articolare porta ad alterati equilibri osteoarticolari e muscolari con conseguenti deformità da carico o permanenti. Il risultato di tutto ciò è un alterato appoggio plantare con l’incapacità da parte del paziente con neuropatia di adattare il piede a sollecitazioni meccaniche anomale. Da ciò conseguirà la formazione di aree circoscritte di sovraccarico.
Dal momento che studi prospettici hanno dimostrato che la perdita della sensibilità è un importante segno predittivo delle ulcere del piede, è essenziale procedere a regolare esame neurologico dei piedi di tutti i pazienti diabetici.
La compromissione della componente autonomica periferica si manifesta con la denervazione simpatica delle ghiandole sudoripare con conseguente ridotta sudorazione, secchezza cutanea, cute ispessita e cheratinizzata.


PIEDE ISCHEMICO

Podologo a Jesi (Ancona) e Cingoli (Macerata) La vasculopatia periferica (PVD), che causa un’insufficienza arteriosa, costituisce il fattore più importante nel determinare l’esito dell’ulcera del piede diabetico. Nei pazienti diabetici la più comune malattia arteriosa è l’aterosclerosi. L’aterosclerosi provoca ischemia, restringendo e ostruendo le arterie.
Quando vasi collaterali adeguati compensano un’occlusione arteriosa, possono non presentarsi sintomi a riposo, ma quando aumenta la richiesta di flusso sanguigno, per esempio durante una camminata, può comparire la claudicatio intermittens.
Gli esperti raccomandano di controllare annualmente lo stato vascolare nei pazienti diabetici.


PIEDE INFETTO

Podologo a Jesi (Ancona) e Cingoli (Macerata) L’infezione viene definita come un’invasione e moltiplicazione di microrganismi nei tessuti corporei associati a distruzione dei tessuti o ad una risposta infiammatoria dell’ospite.
Come agenti causali di infezione possiamo trovare i virus, i funghi e i batteri che sono nella maggior parte dei casi i principali responsabili. La neuropatia è il principale fattore che porta alla rottura della cute, mentre la perfusione arteriosa è un determinante importante dell’esito finale di un’infezione. Tuttavia, è generalmente accertato che le conseguenze di una infezione sono più grave in un piede diabetico. Si ritiene che ciò sia dovuto principalmente alla struttura anatomica unica del piede (compartimenti che permettono all’infezione di procedere prossimamente con estrema facilità).
Nei pazienti con un’ulcera diabetica infetta del piede, i segni di una reazione infiammatoria possono essere diminuiti, forse a causa di una neuropatia o un’ischemia periferiche. Le infezioni per lo più colpiscono l’avampiede, specialmente le dita e le teste metatarsali, e particolarmente sulla superficie plantare. Può non essere possibile valutare l’estensione della lesione fino a che non sia stata sbrigliata.